Se la visione di un film accende una scintilla possono accadere cose strane. Come un intreccio tra visioni politiche, pratiche amministrative e dibattiti internazionali per inseguire la strada verso il bene comune. Il nodo è tutto lì: rivedere le regole del gioco, archiviare i meccanismi che non hanno superato la prova del tempo. Come le distorsioni dell’iper-liberismo, che hanno fatto credere all’Occidente di poter guidare il mondo. Illudendo anche l’Italia, che dallo schema ha importato la versione peggiore. La crisi economica indica chiaramente il capolinea di un paradigma culturale. Ma è un’opportunità per rimettere in fila quello che conta. Perché per Matteo Ricci siamo arrivati al tornante della storia. Serve una nuova sfida. Meno legata all’effimero e più ai valori. Che parli di speranza e coraggio. Un po’ quella che lui, dal basso, ha proposto per il suo territorio. Estendendola al suo partito, per poter contagiare il Paese. Un viaggio caleidoscopico da Bob Kennedy ai giorni delle larghe intese, passando attraverso quello di cui ci sarebbe bisogno per cambiare davvero. Per restituire dignità alla politica. E stare meglio con se stessi e gli altri.